1° Festival du pisci stoccu
Dal 6 all’8 maggio si terrà a Giardini Naxos il primo Festival dello Stoccafisso. Organizzato dalla Accademia della scoperta dei Sapori Siciliani, via della Seta villaggio S.Andrea 27, 98035 Giardini Naxos.
Il programma della manifestazione prevede concorsi per gli allievi delle scuole alberghiere, concorsi di cucina nazionale e incontri con operatori del settore agroalimentare.
Il festival avrà luogo nella meravigliosa baia di Giardini Naxos dove sarà allestito un villaggio eno-gastronomico in località della statua della Nike.
Per maggiori informazioni potete contattare l’Accademia ai seguenti numeri:
Telefono / Telefax: +39 0942 58171
Mobile: +39 347 460739
Un festival dello stoccafisso a Giardini Naxos? E cosa c’entra?
E il nostro pesce azzurro del mediterraneo? Mah!
Lo stoccafisso fà parte della dieta mediterranea e lo “stocco a ghiotta” è da oltre un secolo un piatto tipico della cucina messinese. Giardini Naxos è la cornice ideale per una manifestazione internazionale ed il “Festival du Pisci Stoccu” ha carattere internazionale.
Saluti
Non v’è dubbio che Giardini Naxos possa essere la cornice ideale per una manifestazione internazionale, la mia perplessità nasce dalla domanda perchè proprio lo “stoccafisso” o il “baccala” e non il pesce azzurro (….forse sulle nostre tavole da più di qualche secolo). Sarà una mia deformazione professionale (famiglia di pescatori da tre generazioni) ma proprio non “mi cala”! L’idea dell’accademia dei sapori siciliana è sicuramente interessante e potrebbe davvero essere un richiamo per l’eno-gastronomia “tipica siciliana”. Dalle tradizioni nordiche non abbiamo niente da imparare: la dieta mediterranea non contempla lo stoccafisso e tantomeno la cucina tradizionale siciliana a cui “l’accademia” dovrebbe far riferimento.
Ti invito a dare una occhiata su Wikipedia alla voce “stoccafisso” o ancora meglio ai “Prodotti Agroalimentari Tradizionali siciliani” riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, su proposta della Regione Siciliana, la cui lista, aggiornata al 16 giugno 2008, data dell’ultima revisione dei P.A.T (G.U.R.I. n.151 30 giugno 2008 G.U.R.I. n.151 30 giugno 2008) che sfortunatamente non contempla ne lo STOCCAFISSO ne il BACCALA’, chissà perchè…
Sinceramente apprezzo molto il suo intervento mirato e, soprattutto, sapiente. Voglio tuttavia richiamare la sua attenzione su quanto menzionato dall’UNESCO, organizzazione che lei sicuramente conosce.
“L’UNESCO, dopo il benestare della quinta sessione del comitato intergovernativo riunito a Nairobi, ha premiato lo stile alimentare della “dieta mediterranea” inserendolo nel “Patrimonio Culturale Immateriale. Lo stoccafisso, pur proveniente dalla Norvegia, è inserito nell’elenco dei prodotti agro alimentari italiani e costituisce, ormai, un elemento importante nella dieta mediterranea.
Inoltre la consolidata tradizione per la preparazione dei piatti tipici, secondo varie ricette regionali, lo inseriscono, a pieno titolo, fra le pietanze più prelibate e ricercate in rinomati ristoranti.”
Comprenderà che partendo da questo presupposto, è costituita la ragione dell’evento stesso. Per contro il nostro pesce azzurro, le comunico fin d’ora, avrà degna evidenza in altra occasione già in programma.
I miei saluti
Ti ringrazio per il vivo apprezzamento, e soprattutto per la possibilità che dai sul tuo sito di esprimere pensieri e riflessioni. Confermo di ben conoscere l’organizzazione dell’UNESCO e soprattutto i lavori in seno alla 5^ commissione.
A tal proposito, mi perdonerai la pignoleria, ma per dovere di precisazione verso chi ci legge ritengo opportuno commentare quanto da te scritto.
La quinta sessione del Comitato Intergovernativo dell’UNESCO riunitasi a Nairobi in Kenia – per l’iscrizione alle liste del patrimonio culturale immateriale dell’umanità, ha iscritto la Dieta Mediterranea, quale importante riconoscimento, all’ equilibrato esempio di contaminazione naturale e culturale che è lo stile di vita mediterraneo come eccellenza mondiale. La Lista dell’UNESCO, che raccoglie gli elementi del patrimonio culturale immateriale considerati rappresentativi dell’umanità, constava di 166 elementi (tra cui il Tango argentino e la calligrafia cinese) di cui due italiani: l’Opera dei Pupi siciliana e il Canto a tenore sardo.
La Dieta Mediterranea si va perciò ad aggiungere come terzo elemento italiano agli altri due.
La Dieta Mediterranea rappresenta un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, includendo le colture, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e, in particolare, il consumo di cibo. La Dieta Mediterranea è caratterizzata da un modello nutrizionale rimasto costante nel tempo e nello spazio, costituito principalmente da olio di oliva, cereali, frutta fresca o secca, e verdure, una moderata quantità di pesce, latticini e carne, e molti condimenti e spezie, il tutto accompagnato da vino o infusi, sempre in rispetto delle tradizioni di ogni comunità. Tuttavia, la Dieta Mediterranea (dal greco diaita, o stile di vita) è molto più che un semplice alimento. Essa promuove l’interazione sociale, poiché il pasto in comune è alla base dei costumi sociali e delle festività condivise da una data comunità, e ha dato luogo a un notevole corpus di conoscenze, canzoni, massime, racconti e leggende. La Dieta si fonda nel rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura nelle comunità del Mediterraneo come nelle zone della Soria in Spagna, Koroni in Grecia, Cilento in Italia e Chefchaouen in Marocco.
Il termine “Dieta” si riferisce all’etimo greco “stile di vita”, cioè all’insieme delle pratiche, delle rappresentazioni, delle espressioni, delle conoscenze, delle abilità, dei saperi e degli spazi culturali con i quali le popolazioni del Mediterraneo hanno creato e ricreato nel corso dei secoli una sintesi tra l’ambiente culturale, l’organizzazione sociale, l’universo mitico e religioso intorno al mangiare.
Ti consiglio di approfondire la lettura degli atti relativi alla candidatura e al successivo inserimento della “Dieta mediterranea” nella lista dei beni immateriali dell’UNESCO, prima di affermare l’importanza dello stoccafisso nella stessa. Scoprirai, tuo malgrado, che lo stoccafisso non è nemmeno citato e ne tantomeno rientra nella citata lista. ( http://www.iccd.beniculturali.it/paci/paciSito)
Che possa essere inserito nei menu di diversi ristoranti, o che faccia parte di alcune preparazioni locali non v’è dubbio e poco importa, ma da qui a citarlo quale “tradizione” italiana e ancor peggio siciliana, ne passa. Non vorrei ripetermi ma la lista dei Prodotti Agroalimentri Tradizionali (Italiani e Siciliani) purtroppo non contempla lo “stoccafisso”.
Purtroppo non mi è ancora chiaro il presupposto e la ragione della manifestazione, se basata sulle motivazioni che adduci. Forse perché sei l’ADMIN del sito e non fai parte della “Accademia della Scoperta dei Sapori Siciliani”?
Da un’Accademia con tal titolo ci si aspetterebbe la difesa e l’esaltazione delle tradizioni locali senza venali CONTAMINAZIONI esterofile.
Spero di poter apprezzare quanto prima “i saggi” della neo nata “Accademia della Scoperta dei Sapori Siciliani”, e potermi ricredere.
Ai posteri l’ardua sentenza.
Saluti
Questo portale si onora di proporre e ospitare, sulle proprie pagine, gli annunci degli eventi in programma nella Valle Alcantara e la partecipazione, con dialoghi costruttivi, è ben accetta, senza remore e/o censure.
Estimatore dello “stoccu a ghiotta”, in primis, mi limito a proporre quanto affermato e scritto dal Conte Giuseppe Tindaro Toscano della Zecca, revisore dei conti della Federazione Nazionale dell’Unesco e consigliere del Direttivo del Club Unesco siciliano di Messina, Club fra le altre cose, Patrocinatore del festival
Saluti
Non ho il piacere e l’onore di conoscere il Signor Conte del quale non posso che aver incondizionato rispetto.
Ti sarei molto grato se, alla mia stessa stregua, mi segnalassi in che occasione lo stimato Conte ha affermato o scritto quanto tu proponi, o ne citassi la fonte. In tal modo, se del caso, potrei rivalutare le mie perplessità, che purtroppo aumentano.
Mi chiedo e ti chiedo: che nesso intercorre tra l’appartenenza ad un Club Unesco e la disquisizione di cui sopra?
Non vorrei essere saccente, ma ricordo che UNESCO sta per “Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura”, fondata dalle Nazioni Unite il 16 novembre 1945 per incoraggiare la collaborazione tra le nazioni nelle aree dell”istruzione, scienza, cultura e comunicazione.
Leggo e riporto:
“In un mondo in cui la cooperazione fra individui e popoli si rivela ogni giorno più essenziale, i Centri e Club UNESCO si propongono di offrire a tutti la possibilità di conoscere popoli e civiltà diverse”
I Centri e Club UNESCO si propongono di:
• promuovere la comprensione internazionale, la cooperazione e la pace, attraverso una migliore conoscenza delle diverse civiltà, dei problemi passati e presenti, così del proprio Paese come di altri, in un’ottica mondiale, e di tutto ciò che costituisce il patrimonio culturale dell’umanità;
• promuovere la comprensione degli ideali d’azione del l’UNESCO ed adoperarsi per il successo dei programmi proposti;
• contribuire alla formazione civica e democratica dei cittadini e particolarmente dei giovani, attraversi studi ed attività connessi con la problematica proposta dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo
• stimolare l’interesse alla ricerca delle verità, attraverso lo studio dei maggiori problemi locali, nazionali ed internazionali
• contribuire allo sviluppo sociale ed economico inteso come raggiungimento delle condizioni ottimali per il completo sviluppo della personalità umana
• prendere iniziative nei Paesi tecnologicamente avanzati, con lo scopo di aiutare i Paesi in via di sviluppo, sensibilizzando l’opinione pubblica
Permettimi pertanto di dissentire ancora una volta da certe affermazioni che, al momento, non sono suffragate da evidenze oggettive.
Saluti
Appprovo e sottoscrivo quello che scrive Federico. È mio personale parere che lo stoccafisso non possa e non debba considerarsi parte della tradizone culinaria siciliana.
In Sicilia confluiscono infatti, le varie tradizioni culinarie delle numerose popolazioni che hanno nei secoli frequentato l’isola. Si possono ritrovare nei piatti tradizionali siciliani riferimenti antichissimi, che risalgono all’antica Grecia, alla tradizione romana, araba e spagnola e anche della cucina francese che è quella dei cosiddetti “Monsù”, nei quali è del tutto assente lo stoccafisso.
La ritualità nell’ambito del consumo di determinati alimenti è in Sicilia un elemento fondamentale, per molti aspetti collegato a culti propiziatori della fertilità della terra, che derivano da tempi antichissimi. Tali tradizioni vengono a volte tramandate e quindi conservate, di generazione in generazione, più o meno inconsapevolmente. Fare in modo che si acquisisca, da parte delle comunità presenti nelle varie località siciliane, consapevolezza del valore delle loro antiche tradizioni culinarie, può aiutare a conservare queste usanze, portatrici di veri nuclei di identità.
Cercando di interpretare l’intervento di Federico, credo che voglia evidenziare questo principio fondamentale: rispetto e continutà delle tradizioni siciliane.
Ha ragione.
Discussione interessante alla quale vorrei dare il mio piccolo contributo. Nella storia del nostro paese potrà sembrare una contraddizione avere piatti tipici come lo “stoccafisso” in città di mare dove la pesca non è solo una risorsa ma un’eccellenza. Io mi occupo di enogastronomia e tra le tante specialità siciliane conosciute, non solo in Italia, c’è lo stocco alla ghiotta di Messina.
Nella mia città di mare, Ancona, che detiene una buona marina di pescatori e l’abitudine ad alimentarsi con prodotti ittici è fortemente presente, anche perchè il mare di fronte a casa è generoso, LO STOCCAFISSO ALL’ANCONITANA è il piatto tipico e più importante!! E questo vale per il baccalà alla vicentina, lo stocco di Imperia, di Mammola, di Somma Vesuviana, Livorno ecc ecc. L’apparente paradosso gastronomico quindi è legato alla tradizione, alla storia e non vi voglio annoiare con i “perché”, ma attraverso queste iniziative si fa sistema, “marketing territoriale” e quindi tutta la comunità ne raccoglie i benefici, facendo muovere le persone e quindi l’economia territoriale. E Lei, Federico sarà uno dei tanti beneficiari perchè gli hotel, i ristoranti saranno visitati dagli ospiti e dagli operatori presenti.
Sono stato diverse volte a Taormina ed a Giardini Naxos e tornerò volentieri “anche” perchè, si parla di stoccafisso.
Un grazie sincero a tutti voi che, a vario titolo, contribuite a dare utili informazioni.